La città coloniale di León

Ciao amici!
Oggi la nostra fan Valentina ci racconta la sua esperienza in una città dell’America latina, ossia León!
Buona lettura!:)

“Per León è stato un po’ di amore/odio, e se penso ancora ai giorni trascorsi lì non saprei come descriverli.

La città non mi ha dato una prima buona impressione, e il mio giudizio non è cambiato nel tempo. Se dovessi descriverla in tre parole la definirei calda, rumorosa e sporca. Ma ho conosciuto persone meravigliose in ostello e questo sicuramente ha aiutato a migliorare il ricordo che ho di questa città.

L’arrivo a León
L’idea iniziale era andare direttamente da Tegucigalpa a León, ma non ci sono autobus diretti. Anche lo shuttle convenzionato con l’ostello aveva come destinazione Managua e un prezzo decisamente alto. Optiamo per il famoso chicken bus per arrivare alla frontiera e da lì prendere un mezzo per arrivare a León. Ebbene non esistono nemmeno quelli diretti. E alle 18 León è un lontano miraggio.

Decidiamo quindi di fermarci in una cittadina mai sentita, Estelì, a due ore di autobus dal confine per passare la notte e poi continuare il viaggio il giorno dopo. Durante la notte un gruppo di ragazze francesi doveva lasciare l’ostello verso le 5 di notte. Pensate si siano preparate lo zaino e le loro cose per tempo? Ovviamente no. Dalle 4 alle 5 sveglie che suonavano, porte che sbattevano, luci accese e spente e chiacchiere come se nulla fosse. Per un’ora intera. Chi è già stato in ostello sa di cosa parlo.

Come se non bastasse il viaggio per León è stato terribile. Schiacciati in un minibus in cui non c’era neanche posto per gli zaini, con addirittura un “sedile” di plastica da inserire tra altri due sedili per far sedere ancora più gente. Ammassati come sardine e con la temperatura esterna che aumentava sempre di più, fino a diventare un phon rovente. Ormai avete seguito i miei viaggi avventurosi in autobus e penserete che sia abituata. No, non lo sono e penso non lo sarò mai.

Arriviamo finalmente a León dove ci aspettano, come sempre del resto, tutti i tassisti. Accettiamo l’offerta di due ragazzi e ci portano alle loro biciclette. Sì, non erano tassisti ma ragazzi con una bicicletta a cui è stata tolta la ruota davanti e attaccato uno specie di carretto. E facciamola anche questa di esperienza!

Cosa fare a León
Devo dire che non me la sono goduta al meglio, sia per il poco tempo sia per il caldo torrido, quello che toglie le forze e la voglia di fare qualsiasi cosa. Soprattutto camminare per il centro storico di cemento. Ma è una città che offre molti tour e molte possibilità di svago.

Il centro storico
Quello che ho potuto notare è la numerosa quantità di chiese, in ogni angolo ce n’è una. Ma non si tratta di piccole chiesette di quartiere, ma enormi chiese di stampo coloniale. Nel Parque Central (ogni città latinoamericana grande o piccola che sia ha il suo Parque Central) si trova la cattedrale di León, la più grande del Centro America e patrimonio culturale dell’UNESCO. È stata quasi del tutto restaurata e ha assunto di nuovo il suo magnifico colore originario, un bianco acceso che rende la struttura ancora più imponente e solenne. La cattedrale è veramente immensa e merita una visita sia all’interno con alcuni dei quadri più grandi che abbia mai visto, che sul tetto. Da una porticina laterale si raggiunge il tetto, da cui si può ammirare la città dall’alto.

Se siete in centro e avete voglia di un dolce, in una laterale alla destra della cattedrale, c’è Pan y Paz, una pasticceria francese che fa le brioche e altri dolcetti per soddisfare tutti i gusti. Altrimenti se avete voglia di qualcosa di più sostanzioso e salato, sempre in una laterale sulla destra fanno uno dei burrito migliori che abbia mai mangiato.

Las Peñitas
León si trova a una trentina di chilometri dall’oceano e quindi ne abbiamo approfittato per andare in giornata in spiaggia. La mia prima esperienza sulla costa pacifica e ho capito che non sono una “Pacific girl”. Non tanto per il mare e le sue grandi onde, perché è molto pulito e senza alghe, ma proprio per la spiaggia: la sabbia è nera. Che poi le onde forti mi abbiano sbattuta a terra e travolgendomi due volte è un dettaglio. Non vi dico fin dove avevo la sabbia. Ci ho messo giorni a togliermela tutta dall’ombelico.

Anche se non ha niente a che fare con i Caraibi, il Pacifico ha comunque il suo fascino e regala dei tramonti strepitosi. L’atmosfera è rilassata e bere una birra fresca di fronte al mare, o meglio l’oceano, ha sempre il suo perché.

La scalata del vulcano Momotombo
Dopo l’Acatenango non voglio più sentire parlare di vulcani. È stata un’esperienza “once in a lifetime” come si suol dire e quindi non penso che salirò ancora su un vulcano. Solo a pensarci le mie gambe si rifiutano di ripetere una fatica così. Ma ogni ostello e ogni tour operator offre la scalata al vulcano, sia in giornata che con pernottamento in tenda. Se passate prima dal Guatemala vi consiglio di approfittarne e fare l’escursione ad Antigua, perché il prezzo è più dimezzato: 20 dollari in Guatemala contro i 45 a León.

E nonostante il freddo patito sulla cima e dentro la tenda, non si può non rimanere su per ammirare l’alba dall’alto dal vulcano. È uno spettacolo che difficilmente si riesce ad eguagliare.

Volcano Boarding sul Cerro Negro
Devo dire sinceramente che questa mancava, non sapevo nemmeno si potesse fare: scendere da un vulcano su una tavola. La salita è semplice e non faticosa, si cammina per circa un’ora prima di arrivare al punto perfetto da cui iniziare la discesa. Bisogna coprirsi per bene con una tuta, legarsi un foulard intorno al viso e mettere gli occhiali protettivi prima di lasciarsi andare a folle velocità. Diciamo che non è un’attività che fa propriamente per me e quindi ho solo sentito le testimonianze di chi ci è stato. Nathan, il ragazzo con cui stiamo viaggiando da due settimane, è andato… immaginatevi i suoi capelli quando è tornato. Sabbia e cenere a non finire. Ma ha detto che è stato bellissimo e molto adrenalinico.

Il costo si aggira tra i 20 e i 30 dollari e include il trasporto fino al vulcano, il noleggio dell’attrezzatura e la guida, oltre alla discesa ovviamente.

León mi ha totalmente spiazzata per il caldo, penso sia stata la città più calda che ho visitato fin’ora”.

cattedrale-leon las-penitas vulcano-boarding


Autrice:
Valentina De Checchi

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