Riuscire a trovare una città con più portici di Bologna è quasi impossibile.
Il capoluogo dell’Emilia-Romagna conta più di 50 chilometri di porticati, situati principalmente nel centro storico e in alcune zone limitrofe.
Unici sia dal punto di vista artistico che culturale, essi sono entrati a far parte della lista candidati come “patrimonio dell’umanità” dell’UNESCO.
Portici di Bologna origini
I portici più antichi risalgono all’età medievale.
Essi furono costruiti per offrire maggiori abitazioni e allo stesso tempo riparo dai più violenti agenti atmosferici (sono una vera salvezza, ve lo posso confermare).
Passeggiando tra le vie della città, è possibile osservarne altri di impronta rinascimentale, come ad esempio il Portico del Pavaglione e degli Alemanni.
Risalente alla fine del ‘600 c’è invece il Portico di San Luca, che si estende per 4 chilometri con la bellezza di 666 arcate.
Infine, tra i più recenti, bisogna citare il Portico Monumentale della Certosa di Bologna, progettato nei primi dell’800 e completato nel 1849.
I portici come punto di riferimento
Come diceva Lucio Dalla nel suo brano “Disperato Erotico Stomp”, a Bologna non si perde neanche un bambino.
Le lunghe strade dritte, caratterizzate dai portici, rendono la città facilmente visitabile a piedi e ricca di punti di riferimento.
Ecco un esempio di itinerario “a suon di portici” per chi dovesse avere un solo giorno a disposizione per visitare Bologna:
Basilica di San Petronio – Piazza Maggiore – Via dell’indipendenza – Via Piella (dove poter ammirare la piccola Venezia) – Via delle Moline – Piazza Verdi e infine Via Zamboni che vi porterà alle Torri Garisenda e degli Asinelli.
E voi avete mai passeggiato sotto i portici bolognesi? Raccontateci la vostra esperienza!
Autrice: @linda_wlust92 (<- Seguimi su instagram! )
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